Categoria: Villa
Denominazione: Villa Grimaldi Doria D'Angri
Ubicazione
Circoscrizione: Prà
Indirizzo: P.zza Bignami, 1-2-3
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Descrizione
Seicentesco edificio di Villa, adibito attualmente a sede della Circoscrizione di Prà. Sorge in fregio all'antico percorso, ora via Airaghi, che univa Prà a Palmaro in località Sapello.
Il palazzo è un'antica proprietà dei Grimaldi che vi erigono di fianco, prima del 1735, una piccola cappella dedicata a San Bartolomeo, santo apostolo venerato a Genova e nel Ponente in particolare. Anche la "crosa", che da qui si dipartiva fino a raggiungere l’attuale Salita Cappelloni, un tempo portava il nome di “Crosa di San Bartolomeo”.
I Grimaldi nel 1823 risultano ancora proprietari; poco tempo dopo la proprietà passa al nobile Marcantonio Doria principe Di Angri con atto rogato dal notaio Raffaele Recordi in Napoli e perviene poi, nel 1851, a Don Francesco Doria principe di Centola. In quello stesso periodo l'edificio viene così registrato: al catasto: "un palazzo posto a Sapello di un piano e fondo, lungo palmi 108 e largo 54".
Il 18 dicembre 1869 la Giunta Comunale di Prà delibera l'acquisto della proprietà dal suddetto principe per lire settanduemila al fine di cambiare la destinazione d'uso in quella di uffici comunali (1). Del lotto acquistato dal Comune fanno parte, oltre al palazzo padronale con la cappella, anche un edificio vicino e i terreni retrostanti coltivati ad olivi e vigne. Divenuto insufficiente per gli usi cui era stato destinato, il Comune approva nel 1893 un progetto che prevede l'ampliamento in sopraelevazione della cappella. La villa assume così l'aspetto attuale e, soprattutto in facciata, sono evidenti i segni dell'intervento; di questi anni è anche la fastosa balaustrata che recinge la doppia scala esterna di accesso. La parte originaria del palazzo padronale aveva cinque assi in facciata; il portale d'ingresso era al centro ma l'atrio si sviluppava decentrato rispetto all'ideale asse di simmetria. Sul fondo lo scalone marmoreo, che raggiunge con un'unica rampa il piano superiore, si allargava verso il centro dell'atrio e l'elegante balaustra marmorea segue l'andamento curvo dei gradini che invitano alla salita. Al piano superiore la scala si conclude a T con due piccole rampe che smistano alle sale; dalla rampa destra si raggiunge la galleria ed il grande salone centrale reso luminoso da tre grandi finestre.
Il palazzo risulta privo di decorazioni esterne, mai esistite o comunque cancellate nei successivi e frequenti interventi di ristrutturazione; l'unico vano riccamente decorato è la già citata cappella gentilizia, con opere tardo ottocentesche del pittore G.B.Valle (2).
Nel 1926 la proprietà dell'ex villa passa al Municipio di Genova con il Regio Decreto per la formazione della "Grande Genova" che stabiliva l'annessione dei comuni limitrofi. Del parco poco o nulla è rimasto se non la piccola pertinenza alle spalle dell'edificio, mentre estraneo alla proprietà è il piccolo giardino pubblico di piazza Bignami antistante il palazzo.
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Immagini
L'edificio visto da piazza Bignami
Interno della cappella recentemente restaurata
Ubicazione dell'ex Villa nel Quartiere di Prà
Pianta del piano terra dell'edificio
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Bibliografia
AA. VV. “Le ville del genovesato”, Genova, Valenti Editore, 1987.
Catalogo Documentario del Patrimonio Edilizio Monumentale del Comune di Genova, Università di Genova - Facoltà di Architettura, Ed. Compagnia dei Librai, 1981.
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Note
(1) dall'atto di vendita al Comune di Prà "... Art. I° .... vende e aliena a favore dell'Amministrazione Comunale di Prà....Palazzo padronale con Cappella composto di tre piani, fondi, terranei, grande cantina, casone annesso dalla parte di levante, composto di quattro piani, fondi, terranei e rimessa, villa alle spalle di natura vignata, olivata con casa colonica...Art. IV°...Dovrà lo stesso Comune di Prà provvedere alla celebrazione delle messe, ed altri pesi più inerenti alla Cappellania di San Bartolomeo....
(2) specifica dei lavori e conto presentato dal pittore il 25/9/1894 "Pittura d'ornamento a tutta la cappella volta, e pareti in stile barocco: pitture di figura eseguite dal pittore Pavoni, cioè due medaglie di putto nella volta, e due quadri ad olio nelle pareti lateralmente all'altare, raffiguranti una Santa Caterina e l'altra Sant'Antonio col Bambino. Indoratura alla cornice dell'ancona sopra l'altare ed a tutti i capitelli. Verniciatura all'altare e zoccolo tutto macchiato a finto marmo. Tutto compreso Lire 1685."
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